LONDRA, GRAN BRETAGNA – Margaret Thatcher, morta lunedi all’eta’ di 87 anni, è stata una delle figure politiche più osannate ed odiate della storia contemporanea britannica ed internazionale, capace di incarnare il ruolo di condottiera del conservatorismo come nessun altro, dopo Winston Churchill, rivoluzionaria che fece a pezzi lo stato sociale del dopoguerra, anticomunista senza cedimenti. E proprio per questo e’ stata una delle figure più detestate dalla sinistra internazionale contro cui si è sempre battuta.
L’era della Lady di Ferro inizia il 4 maggio del 1979 quando, vittoriosa leader conservatrice alle elezioni politiche, entra nella residenza del premier britannico a Downing Street, dove sarebbe rimasta fino al 1990. Un periodo in cui avrebbe preso un Paese depresso rispetto al resto d’Europa come il Regno Unito e lo avrebbe trasformato in senso liberista, creando grandi ricchezze e sviluppo economico, ma anche profonde disparita’ sociali.
Nata il 13 ottobre del 1925, da anni era ormai una fragile signora anziana e malata, che si vedeva pochissimo in pubblico ed entrava regolarmente in ospedale. Ma al culmine della sua vita politica, con i suoi modi bruschi al limite della rudezza, la Thatcher diede vita a una rivoluzione conservatrice che – in parallelo a quanto faceva Ronald Reagan negli Stati Uniti – svecchio’ brutalmente lo stato sociale della societa’ britannica, aprendola a un’economia ultraliberista e competitiva che anche i laburisti di Tony Blair in alcune parti hanno difeso. L’amicizia con Reagan, anche lui liberista e inflessibile anticomunista, era ferrea. Si dice che quando l’ex-presidente per celebrare la sua elezione affermò ”è tornato il mattino in America”, la Thatcher commentò ”parole che non potrebbero essere più giuste”.
Una svolta, dicono i suoi sostenitori e nostalgici ancora oggi numerosi, che ha offerto piu’ opportunita’ a tutti, oppure – affermano i suoi detrattori – una serie di scelte che hanno reso molto piu’ marcati i fossati economici tra ricchi e poveri nel Regno Unito, con conseguenze anche sui valori sociali e solidaristici di cui molti oggi lamentano la fine in Gran Bretagna. Per la sinistra, Margaret Thatcher rimane soprattutto il premier che negli anni ottanta volle la distruzione – avendo successo – dei sindacati che la facevano da padroni, a partire dalle potenti organizzazioni dei minatori sconfitte nel drammatico scontro del 1984-1985, privatizzando le miniere di carbone, cuore del processo energetico britannico.
Privatizzazione fu anche la parola d’ordine per le aziende pubbliche di vario tipo, mentre mano libera veniva data alle imprese, in particolare in termini di licenziamenti ed assunzioni. Il risultato, accanto ad una super-flessibilita’ di tipo ‘americano’ del mercato del lavoro, con pochi eguali in Europa occidentale, fu anche uno sviluppo tumultuoso dell’economia nazionale, che torno’ a crescere dopo una lunga stagnazione. Singolarmente, per una conservatrice, vide l’inizio della fine con l’introduzione di una controversa tassa ‘sulla cittadinanza’, la poll tax, che suscito’ una violenta opposizione e avvio’ il suo tramonto politico nel 1989.
In politica estera, la Thatcher (che nel 1984 scampo’ a un attentato dell’Ira contro il suo hotel a Brighton) ebbe in Reagan il suo fido alleato in ogni occasione. A parte le similitudini in politica estera ed economica, entrambi erano ferventi anticomunisti, e la Thatcher esultò quando Reagan si scatenò contro l’Unione Sovietica definendola ”l’impero del male”. Non molto tempo dopo, quel nemico giurato della Thatcher e di Reagan crollò come un castello di carte.
Nel 1982 la Lady di Ferro mostrò la sua tempra sulla scena mondiale quando, tra molte polemiche anche all’interno del suo governo, invio’ la Royal Navy contro l’Argentina che aveva invaso le isole Falkland-Malvinas. Grande amica anche del dittatore cileno Augusto Pinochet, altro feroce anticomunista che aveva imposto sull’Argentina una dittatura brutale, nel 2001 aveva suscitato non poche proteste quando critico’ il suo arresto da parte della magistratura britannica, definendolo ”un amico” e colui che aveva ”riportato la democrazia in Cile”. Parole certamente azzardate. Ma la Thatcher era la Thatcher.